mercoledì 5 settembre 2012

sacra scrittura

La rete è piena di blog. Poichè il desiderio di scrivere è così diffuso, forse rientra tra le esigenze fondamentali di un essere umano, come mangiare e dormire.
Ma a che serve la scrittura? 
Mi sono imbattuta in una possibile risposta a questa domanda mentre ero in vacanza.
L'ho trovata in un libro di una scrittrice diventata essenziale per la mia vita, Goliarda Sapienza.
Alla domanda "perchè scrivi Goliarda?" lei risponde: "Oh! Per due sole ragioni! Per stronarmi - esattamente come per te l'eroina - solo questo mi fa mordere la vita. Per me quella che chiamiamo vita, prende consistenza solo se riesco a tradurla in scrittura". "La seconda è una conseguenza della prima: raccontare agli altri - non credo che si scriva per se stessi - i visi, le persone che ho amato e così, lo so che può sembrare sentimentale e ingenuo ma me ne frego, e così allungare di qualche attimo la loro esistenza e forse anche la mia. Amo molto la vita! Dammi della stronza sorpassata ma per me è così!". 

Non sono scrittrice però amo molto le parole. Perché qualche volta le parole non sono solo scritte o parlate, viste o udite, qualche volta possono anche essere mangiate.
Si possono fare scorpacciate di parole e quando capita ci si sente proprio bene.
Sapere che un giorno, quando meno te l'aspetti, alla fermata dell'autobus o in ufficio ecco apparire un buonissimo caffe, ma vero eh! Oppure una crema buona, buonissima e tanta che te la puoi spalmare addosso, sapere che può succedere questo è una bellissima cosa.

Perciò proseguirò per questa strada, sulla strada delle parole caffè, mi apposterò in attesa delle apparizioni, inventerò formule magiche per evocarle, le pedinerò come un segugio e ve ne darò conto.

E pazienza se il web sarà infestato dall'ennesimo non indimenticabile post.

 

2 commenti:

  1. Mi piace moltissimo l'accostamento che fai tra parole e cibo. Fantastica poi l'associazione tra fermata dell'autobus e crema di caffè.
    E' vero: la rete è infestata da ogni genere di blog, ma se lo scopo che ci si prefigge è del genere che indichi tu ci si sente estremamente più liberi. E solo nel massimo della libertà la creatività è assoluta. Ed è di grande conforto per quella piccola schiera che si prenderà la briga di venirti a leggere.
    Grazie
    Affezionata (ma per nulla di parte) zia

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  2. cara affezionata zia,
    grazie per l'incoraggiante commento.
    in effetti la parola chiave è libertà, un terreno inesplorato che si trova oltre la paura.
    Provo a togliere le erbacce vecchie di secoli, arando con letture notturne, per trasformare l'attesa in presente.
    tra una lavatrice e una pratica d'ufficio, s'intende.
    ma la libertà è una conquista, si sa!

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